Tradizionale Sagra di Madonna della Salute 2024
21 Ottobre 2024
La villa, in splendida posizione paesistica ai piedi delle colline di Asolo, costituisce il più importante monumento artistico della Marca Trevisana. Una delle più perfette realizzazioni tra le “case di villa” di Andrea Palladio si accompagna a un famosissimo ciclo di affreschi di Paolo Veronese e a una ricca decorazione plastica di Alessandro Vittoria.
Committenti della villa furono due importanti esponenti del patriziato veneziano, i fratelli Marcantonio e Daniele Barbaro. Il primo, titolare della linea ereditaria, occupava un ruolo di primo piano nella diplomazia della Serenissima ; il secondo era Patriarca di Aquileia. La progettazione della villa di famiglia fu affidata attorno al 1555 ad Andrea Palladio, di cui i due Barbaro furono a Venezia i principali patroni e con cui instaurarono un rapporto di familiarità e di consuetudine intellettuale.
Nel nostro secolo la villa passò ai Volpi di Misurata e quindi agli eredi Luling Buschetti.
La villa si sviluppa orizzontalmente, imperniata su un corpo centrale a due piani, fortemente avanzato e valorizzato da una facciata ispirata alla fronte di un tempio antico : quattro colonne giganti di ordine dorico inquadrano portali e finestre, e reggono l’architrave con iscrizione dedicatoria, al di sopra della quale si sviluppa l’ampio frontone. Le linee dell’architrave e del timpano sono manieristicamente spezzate da un’esuberante decorazione plastica in stucco, opera del Vittoria, che inquadra lo stemma della famiglia Barbaro.
Dal corpo centrale si dipartono le due barchesse, arretrate e di minore altezza, costituite da un porticato a otto arcate su pilastri ; alle estremità, esse presentano una ricca incorniciatura architettonica che sale in due ampie volute a nascondere le torri colombare, concludendosi in un timpano. L’intera fronte dell’edificio presenta un’equilibrata alternanza di sporgenze e rientranze, di pieni e di vuoti, di linee rette e curve ; e si articola in un profilo ritmicamente segnato da alti e bassi, a richiamare le linee delle colline retrostanti, in una perfetta integrazione dell’architettura nel paesaggio.
Il giardino, un tempo riccamente arredato con aiuole e fontane, si sviluppa in dolce declivio, dalle terrazze antistanti alla villa alle aree verdi disposte simmetricamente rispetto al viale d’accesso che porta alla strada. Al di là di questa, un’ampia esedra, con al centro la bella fontana del Nettuno, conclude l’ampio giardino, immettendo contemporaneamente nel vastissimo brolo, percorso da un lungo viale alberato. Dietro il corpo padronale, un’altra esedra, di minori dimensioni, delimita un ninfeo, giardino segreto incentrato su una fonte : una grotta ingloba la sorgente e forma il fulcro dell’esedra, riccamente ornata da una decorazione plastica opera del Vittoria e forse dello stesso Marcantonio Barbaro.
La chiesa padronale, affacciata sulla strada del paese, presenta dimensioni insolite per una villa, a sottolineare il ruolo sociale dell’oratorio privato, aperto come d’uso agli abitanti del borgo. L’edificio, a pianta centrale e preceduto da un profondo pronao, è chiaramente ispirato al Pantheon di Roma e presenta anch’esso una ricca decorazione plastica a festoni.
Dopo l’eccezionale qualità architettonica degli esterni, al visitatore si apre l’incanto della decorazione pittorica degli interni, capolavoro del grande pittore manierista Paolo Veronese, che qui raggiunge esiti altissimi di fantasia creativa e di stile, in un trionfo di colori splendenti e luminosi. Ispirato a un complesso programma iconografico incentrato sul tema dell’Armonia umana e cosmica, sicuramente predisposto dai due coltissimi umanisti committenti della villa, il ciclo decorativo si snoda sulle pareti e sui soffitti delle sale al piano nobile del corpo centrale, in un gioco continuo di rimandi dallo spazio simbolico della pittura a quello reale della villa e del paesaggio asolano . Il Veronese infatti organizza una complessa intelaiatura architettonica, con arcate e nicchie, colonne e balaustre, finte porte e finestre alternate a quelle vere dell’edificio palladiano. E anima questa scenografia con una miriade di figure, umane e divine, reali e allegoriche. Tra le molte scene, la più conosciuta e originale presenta, sotto la volta del salone principale, alcuni personaggi della famiglia Barbaro, tra cui la moglie e i figli di Marcantonio, accompagnati da animali ; famosissima figurazione dove a un illusionistico realismo si accompagnano in realtà complessi significati simbolici allusivi al tema dell’Armonia Coniugale.
Questo, in schema essenziale, il percorso di visita : Sala a Crociera (vestibolo), Stanza di Bacco e Stanza di Venere (pranzo e conversazione) ; Sala dell’Olimpo (salone centrale, affacciato sul ninfeo), Stanza del Cane e Stanza della Lucerna (camere).
Eseguiti negli anni 1561-62, gli affreschi del Veronese concludevano lo straordinario lavoro collettivo della villa di Maser, armonizzandosi perfettamente con il concetto di architettura aperta al paesaggio, tipico del Palladio, con l’esuberanza decorativa del Vittoria, con il colto intellettualismo e le esigenze di rappresentatività e di sfarzo dei due nobili committenti.
La villa, aperta al pubblico, costituisce il più famoso monumento artistico del territorio trevisano. Si possono visitare il giardino e gli interni al piano nobile del corpo residenziale, corrispondenti alle sale affrescate dal Veronese. Attualmente non è visitabile il Tempietto. In un rustico alle spalle della villa, è aperto un suggestivo Museo delle Carrozze. Un altro edificio, posto lungo la strada di accesso e attiguo al parcheggio, ospita un caffè e uno spazio vendita per visitatori ; acquistabili anche i vini DOC del Montello e dei Colli Asolani prodotti nella tenuta della villa.
A circa 30 km da Treviso. Per la statale Feltrina si raggiunge Montebelluna, da dove si prosegue in direzione Bassano. In vista della Rocca di Asolo, si devia verso Maser. La villa sorge lungo la provinciale Asolo-Cornuda, sul declivio di un colle.